Comunicazione in ambito Religioso

Comunicazione per adulti

Comunicazione per Genitori, Educatori, Catechisti, Operatori Pastorali

Uno degli insegnamenti più grandi che ho ricevuto è che “Tutti gli uomini sono educatori”. Non l’ho compreso subito. Solo quando ho cominciato a pensare come le nostre vite siano intrecciate l’una con l’altra e come ognuno di noi abbia degli amici che ci chiedono consiglio e viceversa, ho capito la portata di questa frase fino ad accorgermi che tutto quello che facciamo, le nostre azioni, il nostro modo di pensare possono influenzare in diverse direzioni più o meno consapevoli la vita, le cose, la gente. Il più o il meno fa la differenza perché ho conosciuto poche persone divenute consapevoli del proprio sistema di credenze al punto da liberarsene o da iniziare un lavoro interiore perché questo possa accadere.

Nell’educazione quindi occorre essere chiari: non c’è educazione possibile se l’educatore non lavora su di sé per auto educarsi ad una vita migliore. Effettivamente conosciamo tutti “la solita minestra” ed è proprio la “solita minestra” che l’educando si stufa di mangiare.

Quindi cosa fa la differenza nell’educazione?
Nel mio percorso di formazione ho potuto scoprire che la differenza non la fa il sapere acquisito (l’indottrinamento), ma la fa il profumo che lascia l’educatore. Se il profumo è “dover inculcare” una serie di principi perché l’educando li impari controvoglia a memoria non è un buon profumo. Se invece il profumo è espandere intorno a sé la passione per la materia in oggetto unita ad una congruenza tra ciò che l’educatore dice e ciò che l’educatore fa siamo sulla buona strada.
 
 
La parola chiave di tutti i grandi convegni religiosi degli ultimi anni è “governo di sé”. E’ un tema  che sposta l’attenzione del cristianesimo dall’esterno all’interno. Il cristianesimo infatti non è solo attenzione al sociale, ma è innanzitutto un percorso di consapevolezza di sé, di chi siamo veramente, di studio dei meccanismi che limitano la nostra esperienza di vita e la rendono piena di sofferenza, tristezza, paure anziché gioia, felicità, coraggio.

In questo percorso si lavora sulle cinque caratteristiche dell’intelligenza emotiva che hanno caratterizzato le vite di santità: consapevolezza di sé, dominio di sé, motivazione, empatia, abilità sociali. Attraverso una metodologia di comunicazione relazionale e l’utilizzo di filmati, esercizi e condivisioni,  il partecipante ha l’opportunità di fare un punto nave interiore utile al proprio cammino.

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La tendenza a giudicare gli altri è la più grande barriera alla comunicazione e alla comprensione
- Carl Rogers -
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