Comunicazione a Teatro
Trovare l’emozione giusta, saperla interpretare, condividere non è un fatto di teatro, ma riguarda la vita stessa. I nostri umori determinano la qualità delle nostre giornate ed è importante diventare consapevoli che sono come flussi che ci attraversano e che quindi possiamo lavorare sulla scelta che è un rinnovato posizionamento interiore. Siamo come il letto di un fiume con le acque non sempre pulite. Arriva una tempesta e nel fiume finisce di tutto fino a farci credere che non c’è modo di lavorare per ripulirlo.
Occorre parlarsi bene e ricordarsi che la nostra vita ha a che fare con la sorgente, non solo con il tipo di acque che scorrono nel nostro letto. Il lavoro teatrale che ho impostato in questi anni ha proprio a che fare con questo. Ho costruito diversi monologhi su personaggi straordinari che hanno imparato a gestire le proprie emozioni e nel farlo hanno lasciato il dono più bello che l’umanità potesse ricevere: fare memoria dell’origine.
Quindi il teatro ha certamente a che fare con le maschere, ma ancor di più con la consapevolezza dell’attore che le usa non per “apparire”, ma per “guarirsi e guarire”.